I greci in Campania – La prima città: Cuma

I greci in Campania – La prima città: Cuma

A cura di germana Volpe

 

Le fonti antiche e gli studiosi moderni concordano nel riconoscere in Cuma la più antica città greca d’Italia. Verso l’inizio dell’VIII secolo a.C. i colonizzatori provenienti dall’isola di Eubea si insediarono prima nell’isola di ISCHIA e PROCIDA e poi approdarono a CUMA dove sorse la città su preesistenti insediamenti.
La tradizione leggendaria, anticipando la fondazione di Cuma all’XI secolo a.C., si allontana notevolmente dalla critica storica che la colloca nel secolo VIII° a.C., dopo la fondazione di Siracusa. Come gli altri stanziamenti lungo le coste dell’Italia meridionale e della Sicilia, Cuma rientra in quella politica di espansione greca dettata dalla necessità di aprire alla madrepatria nuovi sbocchi commerciali e demografici. Ecco come alcuni storici collocano la fondazione di Cuma:
Strabone: Cuma fu fondata dai Calcidiesi e dai Cumani d’Asia.
Tito Livio: Neapolis fu fondata dai Calcidiesi di Cuma nel 730 a.C.
Eusebio: Cuma risalirebbe invece al 1049 a.C.
Tucidide: Messina sarebbe stata fondata da pirati Cumani.

Le battaglie di Cuma contro di Etruschi

Gli Etruschi, intanto, già dal IV° secolo a.C. avevano occupato Capua con la ferma intenzione di invadere Cuma e l’intero territorio flegreo. Lo scontro con gli Etruschi, ebbe luogo nelle due battaglie del 524 a.C. e del 544 a.C., entrambe vittoriose per i cumani sotto la guida del tiranno Aristodemo.

Nel 524 a.C., infatti, un poderoso esercito etrusco tentò di invadere Cuma. A difesa della città vi era l’esercito cumano, alla guida di Ippomedonte e Aristodemo. L’esercito fu diviso in tre gruppi, rispettivamente a guardia della città, della flotta e delle mura. Fu uno scontro durissimo che vide vincitore l’esercito cumano!
Aristodemo, dopo la battaglia, raccolse onori e glorie e salì al potere come Tribuno della gleba, una figura giuridica riconosciuta più tardi dal diritto romano come difensore del popolo davanti al senato. La sua tirannia durò sino al 490 a.C. quando i congiurati, comandati da Ippomedonte, lo catturarono e uccisero.
Dopo la caduta di Aristodemo gli Etruschi pensarono nuovamente ad occupare Cuma nel suo momento delicato di riassetto politico. Intuendo il pericolo, i Cumani si allearono con Gerone di Siracusa promettendogli in cambio l’isola
d’Ischia.

Nel 474 a.C. avvenne il temuto scontro! Dal mare giunse la flotta siracusana che diede il via ad una delle più drammatiche e cruente battaglie navali della storia. Questa data segnava anche la definitiva disfatta degli Etruschi in terra flegrea.

La pressione etrusca rendeva indispensabile la fortificazione della costa: ecco uno dei motivi per cui Cuma concederà ai Sami di stanziarsi nella zona del golfo, fondandovi nel 320 a.C. la piccola Dicearchia (Pozzuoli). Con l’avvento dei romani, Cuma perderà definitivamente il suo splendore.

Nel 338 a.C. Cuma avrà da Roma un riconoscimento che si caricherà con il tempo di diversi e peggiori significati: la “Civitas sine suffraggio” insieme ad una certa autonomia amministrativa. Entrata, ormai, nell’orbita romana, nel 180 a.C., Cuma consacra la lingua latina negli atti ufficiali: la matrice greca si scolora nei suoi connotati politici ed istituzionali, fino a dissolversi in età augustea con la trasformazione della città in “municipium”.

Lo sviluppo della città

La felice posizione geografica e l’abbondanza dei prodotti della terra intensificarono e diedero vita a quel processo di sviluppo che avrebbe portato a quella concentrazione di episodi storici che fanno di Cuma e dei Campi Flegrei una realtà unica al mondo. Nel suo programma espansionistico Cuma fondò successivamente le località di LITERNO e NOLA.

Decadenza dell’Impero Cumano – Età Romana 

Debellato il pericolo etrusco e dopo un lungo periodo di riassetto politico e sociale, su Cuma comparve un’altra sinistra minaccia: l’espansione dei Sanniti. Quest’ultimi, dopo aver occupato Capua, puntarono verso la fascia costiera e quindi su Cuma. Le ostilità ebbero inizio nel 421 a.C. Dopo numerosi e cruenti attacchi, l’invasore riuscì ad entrare in Cuma, saccheggiandola. La supremazia sannitica durò quasi un secolo fin quando si iniziò a sentire la pressione romana.

Nel 338 a.C. i due eserciti diedero vita alla leggendaria “BATTAGLIA DEL GAURO” che vide l’esercito sannita sconfitto da quello romano. Da quella data Cuma ottenne la cittadinanza romana (CIVITAS SINE SUFFRAGIO).
Il destino di Cuma e di tutta l’area flegrea divenne legato, pertanto, alle sorti della grande Roma.
Circostanze storiche ed eventi politici portarono a preferire questi luoghi e li elevarono ad altissimi livelli di sviluppo che risultarono, per la loro grandiosità ed ingegno, irripetibili. La fedeltà di Cuma a Roma si confermò in una ulteriore battaglia contro i Sanniti e Palepolitani sancita con la pace del 326 a.C. Quest’ultimo episodio contribuì, nel 318 a.C., alla nomina e alla giurisdizione di PRAEFECTI CAPUAM CUMAS. 

Il periodo delle guerre puniche

Le guerre puniche disputatesi tra Roma e Cartagine, per il dominio e la supremazia del Mediterraneo occidentale, videro Cuma e la regione flegrea al centro dell’attenzione militare e politica di Roma. Durante la seconda guerra punica (218-210 a.C.) il Generale cartaginese Annibale tentò due volte di invadere Cuma. La città flegrea fu difesa dal console romano Tito Sempronio Gracco che inflisse le prime dure sconfitte ad Annibale.
I Romani decisero allora, di rinforzare la loro presenza sul territorio flegreo insediando ben 6000 uomini a Pozzuoli.

– Nel 214 a.C. Annibale, tutt’altro che rassegnato, marciò su Pozzuoli attaccandola per tre giorni consecutivi ma ancora una volta ebbe la peggio.
– Nel 201 a.C. con la caduta di Cartagine e la definitiva disfatta di Annibale i romani potevano ritenersi potenzialmente padroni dell’intera penisola italica.

Nel 194 a.C. Roma volle ulteriormente potenziare la sua supremazia politica sul territorio flegreo fondando, la città di PUTEOLI che diventerà lo scalo marittimo più importante per i traffici commerciali con l’Oriente. Una così ampia ristrutturazione economica e politica cominciò a richiamare da Roma famosi personaggi del mondo dell’arte, della politica e delle scienze.

La città di Baia, in particolare, si rese nota per la bontà delle sue acque termali. Intanto, le sorti della gloriosa repubblica romana conobbero, più tardi, un altro risveglio. La politica espansionistica estera ed interna con le rispettive ed opposte fazioni guidate da Mario e Silla portarono entrambi allo scontro diretto.
Al fianco di Mario vi era l’alleato Capua e Napoli
Al fianco di Silla vi era la fedele Cuma.

Nella battaglia del 83 a.C. Mario ebbe la peggio e Silla salì al governo romano.
Il suo, fu un regime dittatoriale che durò fino al 79 a.C.
Silla morì nella sua residenza a Pozzuoli nel 71 a.C.

(Materiale fornito gentilmente da Mauro Di Vasta per il gruppo di studio)