Il Castro di Serra
Il Castro di Serra
A cura di barbara Caramanna
l Castro di Serra (Castrum Serrae) fu un insediamento fortificato esistito sulla sommità occidentale della Montagna Spaccata, presso il confine degli attuali comuni flegrei di Pozzuoli e Quarto (NA).
Non conosciamo l’epoca esatta in cui tale insediamento fu fondato né tanto meno quando cessò di essere abitato. Tuttavia, possediamo un documento (unico e solo), in cui il Castro è menzionato esplicitamente: si tratta di un atto realizzato nel 1119, con cui il Principe di Capua Roberto I Drengot – Quarrel (principe dal 1107 al 1120) donava il Castro e tutti i territori ad esso pertinenti all’allora vescovo di Pozzuoli Donato (vescovo attestato dal 1119 al 1121), a patto che il Vescovo in questione si recasse due volte all’anno a celebrare una messa in suffragio dell’anima del principe nella chiesa interna del Castro, dedicata a San Nicola. Purtroppo, del documento originale se ne sono perse le tracce. Esso andò disperso probabilmente dopo il 1587 anno in cui, per disposizione del Vescovo di Pozzuoli Leonardo Vairo, se ne realizzarono due trascrizioni.
Ad ogni modo, dopo il 1119, del Castrum Serrae se ne perdono le tracce. É probabile che esso sia stato abbandonato verso la fine del XII- inizio XIII secolo, in seguito alle mutate condizioni politiche del Sud Italia, unificato verso la metà del secolo precedente dalla casa normanna degli Hauteville. Ciononostante, non si esclude affatto che i suoi ruderi possano essere stati nuovamente riutilizzati in epoche successive, forse fino al XIX secolo.
Essenzialmente il Castro si componeva di un piccolo centro abitato, posto sulla montagna, circondato da un recinto difensivo (di cui non restano tracce, ma probabilmente formato da una palizzata con basamento in pietra e terra), al cui interno trovavano posto le abitazioni ed i vari edifici dell’insediamento.
Ad oggi, ne avanzano tre vistosi resti:
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i resti di un Mulino a vento
All’esterno del Castro vi era poi il vero tenimento feudale dello stesso.
Si trattava di un grande appezzamento di terra formato da tre fondi: uno dell’estensione di 109 moggi, comprendente gran parte della località Castagnaro, ed altri due, dall’estensione ignota, siti presso la località Corvara e presso il “Monte Burro”, ossia la sommità orientale della Montagna Spaccata.
Vi è inoltre da ricordare che nel territorio un tempo occupato dal Castro, non sono mai stati eseguiti degli scavi archeologici né eventuali analisi del suolo tramite georadar o infrarossi. Questo vuol dire che il sito potrebbe celare resti di altre strutture ancora nascoste sotto il suolo come ad esempio, le fondamenta di eventuali case, abitate dalle persone comuni che vivevano nel Castro o magari più chiare tracce del recinto che circondava l’insediamento.
Ricostruzione 3d del Castrum:
Testo e immagini gentilmente concessi da Carmine Esposito